Cassano - Salvatore Gisonna : "
Un bravo comico deve essere un
acuto ossrvatore ".
Cassano ha da poco il suo
Teatro. Una nuova realtà a cui
tutti i suoi cittadini stano
provando ad adeguarsi. Cosa ne
pensa della nostra terra di
Calabria, di Cassano e del suo
teatro?
Il Teatro è meraviglioso, l’ho
detto anche prima durante lo
spettacolo. Magari ci fossero
sempre posti così dove potersi
esibire. È stata una “figata”
pazzesca. Già solo il colpo
d’occhio quando sono entrato è
stato meraviglioso, poi quando
si è aperto il sipario e vederlo
pieno è stato ancora più bello.
Devo dire la verità: io mi sono
divertito tantissimo stasera.
Chi si diverte prima è sempre
l’artista quindi… Io in Calabria
lavoro spesso, soprattutto
d’estate mi sono sempre trovato
bene. Tranne la Salerno – Reggio
Calabria, che come dicevo prima
durante lo spettacolo, è una
tragedia, dovete fare il
servizio elicotteri per venire
qua. Sarebbe molto meglio.
Quali sono state le ragioni che
l’hanno spinta ad accettare
l’invito del presidente del
Circolo Cinematografico Cinema
Calabria, Luca Iacobini?
Sicuramente Luca si è posto
benissimo nei miei confronti,
inoltre mi è stato presentato da
un mio carissimo amico: Pasquale
Falcone con il quale ci
conosciamo da 20 anni e mi aveva
assicurato che era un bel
teatro, una bella situazione e
io gli ho dato credito e ho
fatto benissimo.
Cosa la faceva ridere prima di
iniziare lei stesso a far ridere
gli altri?
Io mi definisco un buon
osservatore. Probabilmente
chiunque fa il comico e fa il
mio genere di cabaret: un
monologo sulla satira di costume
osserva. Come dico durante lo
spettacolo io osservo
soprattutto le incoerenze che ci
sono nel mondo con le quali
purtroppo siamo costretti a
convivere. Quelle stesse
incoerenze che ci sembrano la
normalità ma che alla fine non
lo sono. Miro a fare uno
spettacolo in cui le persone si
possono rivedere e dire: “Mah
quello che dice questo è proprio
vero!”.
Secondo lei è un luogo comune
che tutti i napoletani sappiano
far ridere o in qualche modo
aiuta davvero?
Il fatto di essere napoletano,
devo dire la verità, aiuta
perché la cadenza risulta,
comunque, simpatica, lo
riscontro in tutta Italia. Devo
dire la verità che all’inizio
mirato a farlo in italiano lo
spettacolo poi ci fu un grosso
impresario del nord che mi
disse: “Ma tu sei napoletano? E
devi parlare napoletano
facendoti capire” e quindi per
questo motivo ho deciso di
lasciare il dialetto e renderlo
comunque comprensibilissimo. Si,
sicuramente, essere napoletano è
un arma in più anche se poi lo
spettacolo deve essere fatto di
testi che devono essere
appropriati.
Può anticiparci qualche progetto
per il futuro?
A metà mese sono in televisione
con il “Nuovo Senior Show” che
dopo dieci anni torna. Abbiamo
già registrato un po’ di
puntate, io sarò in 20 di queste
e poi dovrei fare un film a
breve.
E tornare a Cassano c’è fra
questi progetti?
Chiamatemi che io sicuramente
risponderò all’invito con
estremo piacere.