Giulio Petroni, regista,
sceneggiatore e scrittore di
fama mondiale, nasce a Roma nel
1920. Durante la sua lunga
esperienza nel mondo del cinema
dirige attori e attrici di prim’ordine,
come Tomas Milliam, Ugo Tognazzi,
Barbara Bouchet, Orson Welles,
Lisa Gastoni, Giuliano Gemma e
tanti altri.
Di lui hanno scritto i critici
più illustri; delle sue opere si
è occupata la stampa
internazionale in più occasioni
e il suo modo di dirigere si
rivelato sempre attuale, come
testimoniano le dichiarazioni
del regista statunitense Quentin
Tarantino che, in un’intervista
rilasciata a “Panorama”, ha
affermato che il film di Petroni
intitolato “Da uomo a uomo” (per
5 settimane miglior incasso
negli Usa) ha notevolmente
influenzato la sua fortunata
saga dal titolo “Kill Bill”.
«Molti anni fa -ha detto il
maestro, parlando dei
cambiamenti intervenuti nel
mondo del cinema- la
professionalità degli operatori
cinematografici era superiore,
c’era poca improvvisazione.
Adesso c’è una politica
assistenziale molto sviluppata
nei confronti del cinema e ciò
comporta l’assenza del
“rischio”. Ai miei tempi i
produttori valutavano bene, oggi
succede il contrario: il
produttore è quasi diventato un
amministratore che non rischia
nulla e, se il film va male, lui
sarà l’ultimo a rimetterci».
In questo periodo il maestro
Petroni è nella giuria del
premio “Davide di Donatello”:
«Tranne qualche lodevole
eccezione -osserva critico il
maestro- i film di adesso sono
piuttosto deprimenti. I francesi
hanno definito “ombilical” il
nuovo cinema italiano, fatto di
gente che racconta storielle
incentrate su problematiche
piccole e personali».
Petroni ha girato film di vario
genere ma è diventato famoso con
lo “spaghetti western”. «Oggi
manca il film di genere. Il
western, per esempio, è sempre
stato una grande scuola di
cinema. Ovviamente mi riferisco
al western migliore, quello dei
tempi di Sergio Leone: se si
sapeva girare bene un western
significava che si conosceva il
“mestiere”».
Nel panorama attuale, Petroni ha
avuto una nota di merito per il
regista Marco Tullio Giordana;
per quanto riguarda la sua
formazione artistica giovanile
ha ammesso di essersi ispirato
al cinema americano di John Ford
e Elia Kazan.
Tra gli artisti con i quali ha
lavorato, il maestro ha voluto
ricordare Lisa Gastoni, da lui
diretta in “Labbra di lurido
blu”, film al quale si è detto
maggiormente legato».
Nella sua biografia Petroni
afferma di essere un amante dei
libri più che del cinema: «Fin
da ragazzo ho sempre avuto la
vocazione per la letteratura.
Sono capitato nel cinema per
caso, a causa di un incarico
alla “InCom”, società che
realizzava documentari. Ne girai
quasi 200, lavorando per 5 anni
persino nello Sri Lanka, dove si
può dire che ho fondato il
cinema».
Su “La bottega del cinema”
Petroni ha affermato: «Fa
piacere vedere che parte della
nuova generazione sia così
appassionata in qualcosa di
costruttivo e mostri interesse
verso queste forme
d’intelligenza e di creatività».